La Fondazione César Manrique, dove arte, natura e architettura si fondono

Una struttura architettonica imponente, ma perfettamente integrata nel territorio circostante. Realizzata sfruttando bolle vulcaniche naturali e gallerie, immersa tra palme e cactus, a Lanzarote la Fondazione César Manrique, creata dal noto artista dell'isola - a pochi chilometri dalla sua città natale, Arrecife - e inaugurata ufficialmente nel 1992, alcuni mesi prima della sua scomparsa, è un esempio straordinario di fusione tra architettura e ambiente.

"La fondazione che lascio alla popolazione di Lanzarote - disse l'architetto, scultore e pittore spagnolo - rappresenta la mia eredità personale e spero che contribuisca a promuovere l'arte, a mantenere viva l'unità tra l'architettura, la natura, e l'ambiente e a conservare i valori della natura e della cultura della nostra isola".

Prima di entrare nella struttura, dove Manrique visse per alcuni anni, si può ammirare un paesaggio quasi interamente ricoperto dalla colata lavica delle eruzioni avvenute tra il 1730 ed il 1736.

Manrique nacque a Lanzarote nel 1919

Una volta varcato l'ingresso della fondazione culturale - concepita, come si legge nella presentazione, "non soltanto quale spazio di conservazione ed esposizione, ma anche quale centro di studio e di dibattito" - ad accogliere i visitatori ci sono due opere dell'artista: "El Triunfador" e "La energia de la pirámide". Un grande giardino, inoltre, sembra quasi circondare e proteggere l'architettura.

Successivamente, all'interno dell'edificio, tanto moderno quanto tradizionale, è esposta la collezione d'arte contemporanea della Fondazione.

Nella sala adiacente alla terrazza panoramica, è possibile ammirare anche alcune opere grafiche di Pablo Picasso e Joan Miró. Ad essere esposti sono anche progetti, disegni, appunti, ceramiche e sculture di Manrique.

Al piano superiore dell'edificio si accede poi alla sala che un tempo era la camera da letto dell'artista, mentre al piano sotterraneo sono presenti le cinque bolle vulcaniche. Queste sono collegate tra loro da corridoi scavati nella lava.

A chiudere la visita: il grande murale della parete esterna, realizzato nel '92 in pietra vulcanica e maioliche.