In fondo all’Oceano

Sopravvivere tre interminabili giorni in fondo all'Oceano Atlantico, al buio e senza cibo, rimanendo 'al riparo' nell'unica piccolissima bolla d'aria che si è miracolosamente formata all'interno di una cabina dell'imbarcazione affondata.

Sembra impossibile, eppure al cuoco nigeriano Harrison Odjegba Okene è andata esattamente così... Anche se lui stesso ha confessato che non sfiderà di nuovo la sorte e non si avventurerà mai più in mare.

Harrison è l'unico sopravvissuto tra le 12 persone che erano a bordo del rimorchiatore affondato nel Golfo di Guinea alcuni anni fa, nel 2013, e finito a circa trenta metri di profondità.

Tutto quello che ha trovato nella 'gabbia sottomarina' sono state due torce e una bottiglia di Coca Cola.

Come se non bastasse, l'incubo è diventato sempre più spaventoso quando l'uomo – che all'epoca aveva 29 anni – ha iniziato a sentire il rumore di alcuni pesci che, secondo lui, stavano iniziando a mangiare i corpi dei suoi colleghi.

Ma, evidentemente, ancora non era giunta la sua ora...

Quando ha iniziato a notare delle luci provenire dall'esterno, ha intuito subito che si trattava dei soccorritori, i quali però credevano non ci fossero sopravvissuti.

Così, raccolte le ultime forze, Harrison si è allontanato per andare a cercarli.

Una volta recuperato dall'Oceano, l'uomo è rimasto per diverse ore in una camera di decompressione.

Un incubo finito... Anche se forse lo perseguiterà a lungo.