Arte e libertà: Ai Weiwei in mostra a Firenze

La libertà raccontata da chi per anni l'ha desiderata, bramata e poi riconquistata, l'arte espressa in tutte le sue forme, dirompente nella sua delicatezza, travolgente nella sua poesia.

Un percorso visivo, ma non solo, un viaggio nell'anima e nella storia.

Ai Weiwei è noto in tutto il mondo per l’unione di attivismo politico e ricerca artistica attraverso opere spettacolari e provocatorie.

Artista dissidente cinese e icona della lotta per la libertà di espressione, con i suoi lavori storici e nuove produzioni site-specific ha 'invaso' Palazzo Strozzi, a Firenze.

Attraverso installazioni monumentali, sculture e oggetti simbolo della sua carriera, video e serie fotografiche riesce a travolgere, e stravolgere, lo spettatore con la sua personalità diretta, irruente e affascinante.

Dai lavori del periodo newyorkese alle iconiche installazioni fatte di assemblaggi di materiali e oggetti, fino alle opere politiche e controverse che hanno segnato gli ultimi tempi della sua produzione, Ai Weiwei si racconta e ci racconta il mondo, giocando tra antico e contemporaneo, mostrando un rapporto ambivalente con il proprio Paese, diviso tra un profondo senso d’appartenenza e un altrettanto forte senso di ribellione.

La prima grande retrospettiva italiana dedicata a uno dei più celebri e controversi artisti contemporanei, sarà ospitata a Palazzo Strozzi fino al 22 gennaio.

Dalle due facciate dell’edificio rinascimentale con 22 grandi gommoni di salvataggio arancioni ancorati alle finestre - progetto che porta l’attenzione ai destini dei migranti che ogni giorno rischiano la vita per arrivare in Europa attraversando il Mediterraneo - al centro del Cortile dominato da 'Refraction' (Rifrazione) - gigantesca ala metallica fatta di pannelli solari resa immobile dalle grandi dimensioni e dal peso di oltre cinque tonnellate, suggestiva metafora della costrizione e della negazione della libertà – quella di Ai Weiwei è una 'mostra nella mostra'.

Un trionfo artistico mosso da un fondamento indispensabile: la libertà.

“Non separo mai la mia arte dalle altre mie attività. C’è un impatto politico nelle mie opere e non smetto di essere artista quando mi occupo di diritti umani. Tutto è arte, tutto è politica” ha affermato Ai Weiwei.

“Abbiamo lavorato per quasi due anni per portare a Palazzo Strozzi la prima grande mostra italiana su Ai Weiwei, una delle più influenti e iconiche personalità del nostro tempo”, ha raccontato Arturo Galansino, direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi e curatore della mostra, ricordando che “il lavoro di Ai Weiwei, tra attivismo politico, autobiografia e ricerca formale, ci parla di temi importanti in modo potente e diretto, utilizzando strumenti e linguaggi artistici a cavallo tra Oriente ed Occidente”.

“Ospitare una simile retrospettiva qui a Firenze - ha aggiunto Galansino - significa pensare alla città come a una moderna capitale culturale, non soltanto legata alle vestigia del proprio passato ma finalmente in grado di partecipare in modo attivo all’avanguardia artistica del nostro tempo. L'aggettivo 'libero', che dà il titolo alla mostra, vuole riferirsi alla libertà riconquistata da Ai Weiwei nel 2015, ma anche al modo totalmente libero e creativo in cui l'artista ha utilizzato e interpretato gli spazi di Palazzo Strozzi”.

©Photo: Losapevateche