Vigamus: il museo del videogioco, un percorso tra storia e futuro

Un museo interamente dedicato al videogioco, dalle sue origini alle ultime novità, un percorso rivolto a grandi e piccini, con pezzi rarissimi e introvabili. Da Vigamus, a Roma, si viene 'teletrasportati' in un mondo, quello dei videogames, in continua evoluzione, proiettato verso il futuro, ma sempre con uno sguardo al passato.

Dallo 'storico' Game Boy alla più attuale Oculus Room, la storia videoludica e la realtà virtuale si incontrano in uno spazio espositivo originale e interattivo.

“Il museo del videogioco Vigamus – ha raccontato a 'Losapevateche' Micaela Romanini, vicedirettore Fondazione Vigamus - nasce come idea nel 2008 ed è stato inaugurato a Roma nell'ottobre del 2012”. La sua sede è nella Capitale non solo perché la fondazione che si occupa della gestione si trovava a Roma, ma anche “perché pensavamo che un luogo così importate per la cultura italiana come questa città fosse lo scenario più interessante per ospitare anche una nuova frontiera verso l'innovazione ed il futuro della cultura, quindi verso il videogioco”.

All'interno di Vigamus c'è un mondo da scoprire.

Oltre all'esposizione centrale permanente, che racconta la storia del videogioco, “si può trovare di unico un'area chiamata 'E.T. The Fall: I Tesori Sepolti di Atari', che mostra appunto gli oggetti ritrovati nel deserto del New Mexico di Alamogordo, sepolti da Atari negli anni '80, e poi rinvenuti in quella che era conosciuta come una delle leggende più famose della storia del videogioco”.

“Noi - ha precisato Romanini - come Vigamus siamo stati il primo museo al mondo a riceverli ed esporli in un luogo permanente. Ma oltre a questa mostra speciale, che è permanente, possiamo trovare all'interno del museo del videogioco pezzi unici come i Master Disk di Doom e tantissimi oggetti autografati dai loro creatori”.

Ma ci sono musei simili anche in altri Paesi?

“Sì, esistono numerosi musei del videogioco, anche se non tantissimi come si potrebbe pensare”.

I visitatori del museo sono soprattutto italiani, tuttavia ci sono “anche tantissimi stranieri che vengono nei diversi periodi dell'anno, in particolare durante l'estate. Tra questi visitatori possiamo riconoscere sia la generazione moderna di videogiocatori, quindi giovani, sia la generazione di chi con il videogioco è cresciuto, ma anche ovviamente tantissime famiglie con bambini”.

E se l'esposizione centrale è suddivisa in nuclei tematici, che ripercorrono la storia del videogioco partendo dalla prima console commercializzata, fino agli ultimi sviluppi del gaming contemporaneo, i più curiosi potranno anche provare la realtà virtuale.

“Un'altra area molto importante per il nostro museo è la Oculus Room – ha spiegato Romanini - che mostra la realtà virtuale. E' stato il primo centro permanente al mondo che ha consentito ai visitatori di provare Oculus Rift quando ancora non era in commercio. Ogni mese nella programmazione della nostra Oculus Room, Powered by Asus, cambiamo tutti i giochi che le persone possono provare, quindi ogni volta ci sono quattro titoli diversi disponibili per tutti i visitatori”.