Nicholas Winton: l’uomo che salvò 669 bambini dall’Olocausto

Salvò la vita di 669 bambini e adolescenti cecoslovacchi destinati ai campi di concentramento nazisti, non a caso c'è chi l'ha soprannominato lo "Schindler britannico", con riferimento all'imprenditore tedesco Oskar Schindler, che durante la seconda guerra mondiale aiutò più di mille ebrei a mettersi in salvo.

La storia di Nicholas Winton - scomparso nel 2015, a 106 anni - ha commosso e continua a commuovere ancora oggi, molti anni dopo l'incubo dell'Olocausto, anche se il suo eroico gesto rimase un segreto per quasi 50 anni.

Nel 1938, Winton era un giovane agente di cambio londinese.

Prima di Natale sarebbe dovuto andare a sciare... Alla fine, invece, per una serie di coincidenze, andò a Praga con un suo amico (socio della “British Committee for Refugees from Czechoslovakia”).

Insieme ad altri volontari, nei mesi successivi Winton iniziò a raccogliere informazioni su centinaia e centinaia di giovani - la cui fine rischiava di essere dentro i campi di concentramento nazisti - e a cercare famiglie che potessero accoglierli nel Regno Unito. Si occupò anche di rimediare i fondi e i documenti necessari per il viaggio, e persino i soldi necessari per farli tornare eventualmente, in un secondo tempo, nel loro Paese.

E così, nel marzo del '39 i primi 20 bambini lasciarono Praga. Fu solo la prima di altre partenze che portarono in salvo oltre 650 giovani, ma dopo che Adolf Hitler invase la Polonia i treni 'della salvezza' non partirono più.

Winton non raccontò mai nulla pubblicamente.

Finché un giorno, nel 1988, dopo avere trovato alcune carte che testimoniavano il suo eroico gesto, sua moglie Grete decise di dare i documenti ad uno storico, esperto della Shoah. In seguito, sulla sua storia furono scritti diversi articoli e circa 370 bambini scoprirono cosa fece quest'uomo per loro.

Lo stesso anno, il programma della 'Bbc' “That's Life” si occupò proprio della storia di Winton e chiamò in studio alcuni dei bambini, diventati ormai adulti, saliti sui treni partiti da Praga prima che fosse troppo tardi. Fu un emozione che lasciò senza parole lo “Schindler britannico”, salutato con emozione e affetto da chi gli doveva la vita.