Faceva la bella vita in Messico, ricercato per droga tradito da Facebook

Dirette, foto e commenti pubblicati dal Messico sul suo account Facebook, registrato a nome suo e aggiornato frequentemente... Dettagli irrilevanti se non fosse stato che l'utente in questione, in realtà, era un latitante.

Proprio grazie alle sue puntuali pubblicazioni online, che chiunque poteva vedere, anche fino a poco prima del suo arresto (a metà marzo), Ivan Fornari è stato rintracciato e fermato dalle autorità italiane.

“Viveva la sua latitanza - si legge sul sito della Polizia di Stato - facendo la bella vita su una delle spiagge più famose del Messico, passando dalla sua villa con piscina alla palestra, e postando le sue foto su Facebook, dove manteneva i contatti con i suoi amici italiani, suscitando in loro non poca invidia”.

Proprio questo suo lato narcisista - ha precisato la polizia - ha tradito Ivan Fornari, elemento di rilievo della criminalità cagliaritana e latitante dall’ottobre dello scorso anno perché deve scontare una condanna a cinque anni, sette mesi e un giorno di reclusione per traffico di stupefacenti, ricettazione e resistenza a pubblico ufficiale”.

“Gli investigatori del Servizio centrale operativo (Sco) e della Squadra mobile di Cagliari – si legge ancora online - hanno scovato il ricercato proprio grazie all’analisi delle informazioni trovate sul suo profilo Facebook. I poliziotti hanno dedotto che il latitante si trovava in Messico, e precisamente a Playa Del Carmen, individuando anche l’indirizzo dei luoghi abitualmente frequentati dal 34enne cagliaritano, in particolare la palestra, il posto di lavoro e dove abitava”.

Il suo visto per il Messico non era nemmeno in regola

Tutte le informazioni, comunicate al Servizio interpol, hanno permesso alla polizia messicana di rintracciare e arrestare il ricercato, che, non essendo in regola con il visto di soggiorno, è stato espulso e imbarcato su un volo diretto da Città Del Messico.

Al suo arrivo all’aeroporto di Fiumicino ad attenderlo c’erano gli agenti della mobile cagliaritana e dell’Ufficio di frontiera dello scalo aereo, che lo hanno arrestato.