Orange Fiber: il primo tessuto creato dagli agrumi

Il primo tessuto al mondo creato dagli agrumi, una startup che sviluppa filati innovativi è: Orange Fiber. Un'idea originale il cui obiettivo è creare un tessuto sostenibile che risponda all'esigenza di innovazione dei brand di moda.

Dietro questo progetto ci sono due donne, Enrica Arena e Adriana Santanocito, che, dopo diversi studi e lo sviluppo di un brevetto, hanno presentato i loro primi prototipi nel 2014.

Ma com'è nata Orange Fiber?

“Nel 2011 - ha raccontato Arena a 'Losapevateche' - da un’idea di Adriana Santanocito. Nel corso dei suoi studi in Fashion Design e materiali innovativi all’Afol Moda di Milano, Adriana intercetta il trend dei tessuti sostenibili e decide di approfondire l’argomento nella sua tesi. Parallelamente, entrando in contatto con i produttori di agrumi, rimane molto colpita dalla sofferenza del settore, le cui arance faticano ad entrare sul mercato, e ha l’intuizione di potere utilizzare gli agrumi per creare un tessuto innovativo”.

Dalla teoria sono passate alla pratica:

Dopo avere valutato la fattibilità del processo con il laboratorio di Chimica dei Materiali del Politecnico di Milano, Santanocito deposita il brevetto italiano, esteso poi in Pct internazionale nel 2014. “È durante lo sviluppo del processo – ha spiegato Arena - che scopre l’altra grave questione che affligge il settore agrumicolo siciliano: lo smaltimento dei sottoprodotti derivanti dalla spremitura degli agrumi, ovvero di tutto quello che resta dopo la produzione industriale di succo”.

“A quel tempo - ha ricordato ancora Arena - condividevamo la stessa casa a Milano, città in cui anche io mi ero trasferita per studiare comunicazione e cooperazione internazionale, immaginando un futuro nell'imprenditoria sociale. Mi parlò della sua idea e ne rimasi colpita: la sostenibilità ci ha unite e da quel giorno lavoriamo fianco a fianco per far crescere Orange Fiber”.

Orange Fiber, ha aggiunto Santanocito, “viene realizzato a partire dal 'pastazzo d’agrumi', ossia quel residuo umido che resta al termine della produzione industriale di succo di agrumi e che ad oggi deve essere smaltito con importanti costi per l’ambiente e per le industrie di produzione”.

Proprio attraverso il processo brevettato, “siamo in grado di sfruttare le potenzialità del pastazzo per l’estrazione della cellulosa d’agrumi atta alla filatura, trasformando questo scarto in un nuovo materiale capace di rispondere alle esigenze di sostenibilità ed innovazione del comparto tessile-abbigliamento e al bisogno dei consumatori di moda di avere accesso a prodotti capaci di coniugare etica ed estetica”.

“Paragonato alle fibre cellulosiche artificiali esistenti - ha spiegato Santanocito - Orange Fiber non sfrutta le risorse naturali, ma riutilizza un sottoprodotto, riducendo così lo sfruttamento di terra e acqua e l’uso di pesticidi inquinanti”. L'obiettivo di Orange Fiber? “Riuscire a diventare il first mover italiano nel segmento dei tessuti sostenibili attraverso una produzione 'green' di tessili cellulosici da fonti rinnovabili e creare un marchio tessile altamente riconoscibile e differenziato dagli altri per l’impegno nella tutela dell’ambiente e la trasparenza dell’intera catena di produzione”.

Presentati nel settembre 2014 in occasione della Vogue Fashion Night Out, Arena ha raccontato che i primi prototipi di tessuti realizzati “sono stati un raso bianco e un pizzo nero e bianco ottenuti tessendo Orange Fiber con della seta comasca. Grazie a produzioni successive abbiamo sviluppato un popeline e un twill 100% Orange Fiber, impalpabile e leggero, simile alla viscosa”.

Per quanto riguarda le produzioni future “abbiamo messo a punto una serie di processi che ci consentono di produrre varie tipologie di tessuti, dai più strutturati ai più delicati, in modo da soddisfare tutte le esigenze di creazione dei brand di moda. Attualmente stiamo lavorando all'ottimizzazione del processo di produzione industriale e alla prima commercializzazione del tessuto”.