Nathan Sawaya e i suoi mattoncini in: ‘The art of the brick’

Più di 70 opere realizzate con oltre un milione di mattoncini Lego. Dalle sculture dedicate all'espressione umana, passando per i maestri del passato, per arrivare ai ritratti, con la mostra “The art of the brick” Nathan Sawaya dà vita a lavori straordinari e unici.

“Blue guy sitting” e “Pinching hand”, così come le riproduzioni de “L'urlo” di Edvard Munch e “La ragazza con l'orecchino di perla” di Jan Vermeer, senza dimenticare il gigantesco scheletro di dinosauro, sono solo alcune delle opere in mostra all'Auditorium Parco della Musica di Roma fino al 26 febbraio.

Classe 1973, nato nello stato di Washington e cresciuto in Oregon, l'artista ha studiato legge all'Università di New York. Dopo qualche anno, Sawaya ha però lasciato il mondo giuridico per seguire la sua passione: l'arte.

“Facendo l'avvocato - ha raccontato - mi sono reso conto molto presto di quanto mi trovassi molto più a mio agio seduto per terra a creare sculture, piuttosto che su una poltrona di un consiglio d'amministrazione a negoziare accordi. Allora i miei conflitti personali e i miei timori si sono incontrati con il profondo desiderio di raggiungere la felicità totale e mi hanno aperto la strada verso la decisione di dedicarmi all'arte a tempo pieno”.

Nelle sue opere pop art e surrealismo si fondono... E un giocattolo 'ordinario' diventa una scultura straordinaria.

“La mostra - ha spiegato Sawaya - richiama il fanciullo che è in ognuno di noi e al tempo stesso mette in risalto concetti sofisticati e complessi. Per le mie opere uso i Lego perché i giocattoli sono accessibili”.

Ma se i mattoncini possono essere assemblati e smontati un'infinità di volte, per realizzare sculture permanenti l'artista è costretto ad utilizzare una colla speciale con cui riveste ogni pezzo prima di incollarlo alle altre parti dell'opera. Eventuali errori, di conseguenza, vanno corretti con pinze e scalpelli!

Non solo fantasia, quindi, ma anche tanto impegno e pazienza.

D'altronde, come ricorda lo stesso Sawaya: “I sogni si realizzano un mattoncino alla volta”.