Credits: Liu Bolin - Colosseo n°2, Roma, 2017 Courtesy Boxart, Verona

‘Liu Bolin. The invisible man’ al Complesso del Vittoriano

E' stato definito “l’uomo invisibile” per le sue straordinarie perfomances nell’arte del camouflage, è apprezzato in tutto il mondo per la sua capacità di riuscire ad unire molteplici linguaggi - dalla pittura all'installazione, passando per la fotografia - l'artista cinese Liu Bolin viene celebrato al Complesso del Vittoriano con una grande mostra antologica dal due marzo al primo luglio.

Oltre 70 opere ne raccontano la storia: dalla sua prima perfomance a Pechino fino agli scatti più recenti del 2017 alla Reggia di Caserta e al Colosseo, realizzati appositamente per la mostra romana e proprio per questa occasione esposti in anteprima mondiale.

'Liu Bolin. The invisible man' al Complesso del Vittoriano - Ala Brasini

Quando nel 2005 l'amministrazione di Pechino ha ordinato di abbattere il quartiere Suojia Village, dove risiedevano molti artisti critici con il governo, Liu Bolin, classe 1973 e all'epoca ai suoi esordi come artista, è riuscito a mimetizzarsi tra le macerie del suo studio. Dopo essersi fatto fotografare, ha deciso di divulgare lo scatto dando il via a una protesta silenziosa e "trasparente", riscuotendo, allo stesso tempo, un successo inaspettato.

Ha avuto inizio così la straordinaria carriera di uno degli artisti contemporanei più interessanti, in grado di nascondere forti messaggi sociali attraverso immagini apparentemente semplici.

Attraverso le sue performance, Liu Bolin trasmette un messaggio forte e chiaro di ciò che accade nel presente, tra il peso della storia e le conseguenze del progresso.

Nel tempo Liu Bolin si è fatto fotografare davanti ai più importanti monumenti del mondo, ma anche davanti a: montagne di rifiuti, librerie, scaffali dei supermercati, opere d'arte e tra gli immigrati.

Oggi le sue immagini sono diventate un'icona per i grandi brand: uno per tutti Moncler, che ha utilizzato per diverse stagioni un camouflage di Liu Bolin per pubblicizzare il proprio marchio, ma anche Tod's, Ferrari e molti altri.

Con il patrocinio della Regione Lazio e Roma Capitale - Assessorato alla Crescita culturale e quello della Fondazione Italia Cina, la mostra, a cura di Raffaele Gavarro, è prodotta e organizzata da Arthemisia in collaborazione con la Galleria Boxart.