Credits: Alaia, Leopard Collection Autumn Winter 1991-1992 - Courtesy Jean Baptiste Mondino 1991

Alla Reggia di Venaria: ‘Jungle. L’immaginario animale nella Moda’

Arte, moda e animalier: alla Reggia di Venaria, tantissimi abiti e accessori raccontano le diverse elaborazioni simboliche che gli stilisti hanno fatto del manto e delle forme animali.

Per la mostra “Jungle. L'immaginario animale della moda”, fino al 3 settembre, saranno esposte le creazioni di alcuni dei designer che hanno fatto la storia della moda: da Jean Paul Gaultier a Roberto Cavalli, da Gianfranco Ferré a Valentino, passando per Givenchy, Stella McCartney, Krizia e Iris Van Herpen.

Jungle è stile ed erotismo, creatività e trasformazione

Trasgressione ed eleganza, così come ricerca estetica e cura dei materiali danno vita ad un racconto che descrive l'evoluzione dell'animalier e delle zoomorfie, partendo dal primo couturier che ha ufficializzato l’uso del cosiddetto “stampato pantera” nella Haute Couture: Christian Dior.

In un gioco tra nuovi equilibri e inedite visioni si parte dagli anni '40 del secolo scorso per arrivare fino al mondo globalizzato contemporaneo, ricco di rivisitazioni e progetti ibridi, con uno sguardo già rivolto al futuro.

Imitazione, invenzione e metamorfosi

Nel grandioso complesso monumentale alle porte di Torino - dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco - forme, colori e metamorfosi accolgono il pubblico nell'allestimento dell’artista Pietro Ruffo.

Le sale della Reggia diventano il palcoscenico di una giungla monocroma in legno, dove ogni elemento animale e naturale viene esploso e ricomposto attraverso una serie di piani perpendicolari e spogliato della sua pelle. Resta solo la struttura costruttiva, come se le cromie degli animali e della giungla si fossero completamente trasferite sugli abiti.

L'esposizione “Jungle. L'immaginario animale della moda” è anche arricchita da una serie di immagini fotografiche - dove natura ed elemento animale sono due costanti - dedicate ad una top model, artista, attrice e icona degli anni '60-'70: Vera von Lehndorff, in arte Veruschka.