Esperanto: la lingua internazionale per avvicinare i popoli

“Lingua internazionale artificiale, la più diffusa tra le lingue ausiliarie, creata nel 1887 dal medico polacco L. L. Zamenhof, per favorire le relazioni e l’avvicinamento dei popoli”. E' la definizione che la 'Treccani' dà dell'esperanto, un idioma 'artificiale', all'insegna della neutralità, della semplicità e della comprensione tra le diverse popolazioni.

A svilupparne il lessico è stato il linguista Ludwik Lejzer Zamenhof, che, alla fine dell'800, pubblicò il primo libro dedicato proprio a questa lingua 'internazionale', volta ad agevolare la comunicazione a livello universale.

A distanza di oltre un secolo, l'esperanto non è diventato la lingua più diffusa al mondo, ma i suoi locutori non sono pochi e rientra anche tra gli idiomi traducibili con 'Google Traduttore'.

In molte nazioni sono presenti associazioni e organizzazioni dedicate all'esperanto

Attualmente la principale - diffusa in più di 100 Paesi - è l'Universala Esperanto-Asocio (Associazione universale esperanto).

Alcuni degli obiettivi principali dell'Uea, come si legge sul sito dell'associazione, sono: diffondere l'utilizzo dell'esperanto, lavorare per risolvere il problema della lingua nelle relazioni internazionali e agevolare la comunicazione, coltivare tra i suoi membri un forte sentimento di solidarietà, sviluppando la comprensione e il rispetto per altri popoli.

Proprio per facilitarne la diffusione, l'esperanto non ha una grammatica particolarmente difficile e lo stesso vale anche per la fonetica, ad ogni lettera, per esempio, corrisponde un suono solo (e viceversa).

Le regole grammaticali sono solo 16

“La sua grammatica – riporta ancora il vocabolario online della 'Treccani' - consta di poche e semplici regole e il suo lessico consiste di vocaboli formati modificando, con determinati prefissi e suffissi, un certo numero di radici tratte da lingue neolatine, germaniche e slave, e scelte in base al principio della massima internazionalità”.

Il nome “esperanto” (traducibile come “colui che spera”) deriva dallo pseudonimo utilizzato per un periodo da Zamenhof: “Doktoro Esperanto”.

...A proposito di bilinguismo, lo sapevate che parlare due lingue proteggerebbe dall'Alzheimer?