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Sylvester Stallone e il suo cane Butkus, un’amicizia speciale da 15mila dollari

Immagine tratta dal profilo Instagram di Sylvester Stallone

“Trascorrevamo letteralmente 24 ore al giorno insieme, inseparabili, migliori amici, gli volevo bene e non troverò mai un cane come lui”. Queste parole di amore puro sono quelle di Sylvester Stallone per il suo “fantastico” cane Butkus, dal quale, come lo stesso attore americano ha raccontato, era inseparabile.

Su Instagram e Facebook, Stallone ha pubblicato diverse foto dedicate a Butkus, ricordando le giornate trascorse a New York insieme al suo amico fedele, quando ancora non era così famoso, anzi, era praticamente all’inizio della sua carriera.

“Anche se ho avuto molto successo – si legge nella descrizione della foto – ancora mi mancano quelle passeggiate mattutine con il mio amico a quattro zampe!”.

Gli scatti dell’attore con Butkus hanno ricevuto migliaia di like

In un’altra immagine Stallone aveva 26 anni: “Ero completamente al verde, avevo due paia di pantaloni che mi stavano a malapena, delle scarpe bucate e il sogno di avere successo era tanto lontano quanto il sole… Ma avevo il mio cane, Butkus, il mio migliore amico, il mio confidente, che rideva sempre alle mie battute e mi tirava su di morale. Era l’unico che mi amava per quello che ero!”.

Eravamo entrambi magri, affamati – ha scritto ancora l’attore commentando uno scatto del 1971 insieme a Butkus – e vivevamo in una topaia sopra una fermata della metropolitana”. Proprio in quell’appartamento l’attore ha iniziato a scrivere sceneggiature.

“In realtà, l’idea di scrivere Rocky – ha aggiunto su Instagram – è stata sua, ma non ditelo a nessuno…”.

“Anni dopo – ha raccontato Stallone – quando le cose sono andate ancora peggio, ho dovuto venderlo per 40 dollari davanti ad un negozio della ‘7-Eleven’ perché non avevo i soldi per il cibo”.

Poi, “come per miracolo”, la sceneggiatura di Rocky ha avuto successo “e ho potuto ricomprarlo, ma il nuovo proprietario sapeva quanto fossi disperato e mi ha fatto pagare 15mila dollari… Valeva ogni penny!”.